col morbo rosa

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Marco Brosolo, artista poliedrico, combina l’alternative classic con spoken-words, un batterismo Jazzy/Bonham con beats spezzati, aritmici e cantanti. Il piano, insieme alla batteria, fanno da moquette sonora a delle orchestrazioni di genere non definibile. Il tutto in bilico, pronto a cadere feroce…

Brosolo che, con in testa Tavan (mitico poeta friulano), pensa poesie pop da cantare parlando

“col morbo rosa”: chi soffre per sensibilità apparentemente eccessiva, ha la malattia di essere troppo sano, di stare troppo bene. Non accettare le imposizioni del limitante sistema (sociale), porta la “febbre del bene”.